Max Marinaio Bluesman                                                                 


Un famoso Blues dice ”some people just sing the blues just because they know the song
Eh già... il blues può esser duro e sarcastico a volte... il mio comunque è piuttosto ironico
io ho sempre scritto il mio blues... non sono un'altro "suonatore di blues", un fenomeno paranormale
che ha bisogno di fare sfoggio di sé;  sono un autore e di conseguenza suono quello che sento
e non quello che mi va' di suonare

«Molti artisti possono suonare il blues ma solo pochi possono crearlo»

Max Marinaio


Max Marinaio

Ho iniziato a creare blues sin dai primi tempi, quando avevo 19/20 anni.
Era l'estate del 1984 quando scrissi una canzone blues dal titolo ironico chiamata My Real Life.
Quella canzone cambiò la mia vità, perché mi fece guadagnare definitivamente la consapevolezza di me stesso come autore-compositore.
Dopo quell'evento, seppi che avevo la stoffa per essere un songwriter nella vita.
Poco dopo scrissi altre canzoni blues come What He Says, Man Without a Babe, Look Look Look, I Wanna Hear You che per molti anni ho suonato dal vivo con la mia band e che rappresentano le pietre angolari del mio repertorio blues.
Queste canzoni all'inizio erano poco più che parole, melodia, voce e chitarra ritmica. Ricordo il tempo in cui le suonavo da solo nella mia cameretta, con la chitarra classica.
Ma avevano una forza endemica. Si sono fissate nella mia anima e nella mia vita come se fossero una parte di me.
Più tardi vi aggiunsi le parti di basso, di piano, assoli e licks di chitarra. Tutto mi è venuto in maniera incredibilmente naturale. Queste canzoni resteranno con me finché non morirò.
Anche quando mi sono dedicato a scrivere canzoni diverse, prima o poi tornavo sempre al blues, cosicché posso dire che la musica blues è una costante nella mia vita artistica.
Né mi sono mai chiesto che tipo di blues stavo facendo: a volte era blues acustico, altre volte era boogie-woogie, o un rock-blues: le mie canzoni prendono la forma della ispirazione e dell'umore in cui mi trovo quando la canzone arriva alla superficie.

La domanda "che tipo di blues fai?" per me è priva di senso! Se sei un artista originale la differenza tra un pezzo e l'altro rappresenta una ricchezza non un limite.
L'unica cosa importante nel blues - ma anche in altri tipi di musica - è che sia sincero.

Come chitarrista, all'inizio mi consideravo principalmente un chitarrista ritmico, così le prime canzoni blues avevano una ritmica mista a dei riff di mia invenzione sulle corde basse, come in My Real Life o in Everybody Knows. Altre volte usavo un accompagnamento fingerstyle. Era un sistema semplice ed ottimale dato che dovevo cantare e suonare simultaneamente.
Mentre gli altri andavano a divertirsi, io passavo molte serate in camera. A volte accendevo la radio e se trasmettevano un concerto blues prendevo la chitarra e improvvisavo il solista seguendo il pezzo.

Anni più tardi aggiunsi il basso ed il piano ad alcune delle prime canzoni, come Man Without a Babe e I Wanna Hear You.
Sia Man Without a Babe che What He Says non avevano alcun commento solistico ma bensì un assolo centrale. 
In altri casi, su questi ritmi di chitarra basilari, immaginavo che avrei potuto in qualsiasi momento aggiungere commenti solistici improvvisati. Perciò non scrivevo parti solistiche eccetto che per i riff...  preferivo scrivere le parti di basso perché aiutavano a definire la canzone... e casomai una ritmica.

Ho iniziato a scrivere i guitar licks solo negli anni duemila quando, dovendo realizzare il mio primo album, ho sentito l'esigenza di trattare gli arrangiamenti in modo più preciso. Più suonavo dal vivo e più mi rendevo conto di quanto siano importanti le parti solistiche nel blues. Così il mio modo di concepire il blues si è evoluto col passare del tempo  ma senza mai arrivare a considerare la parte di chitarra ritmica come superflua, come invece fanno altri bluesman. 
Sebbene oggi io scriva gli assolo ed i licks, per me la base di una canzone rimane sempre un buon riff, una buona melodia ed un buon ritmo.
Da questo punto di vista il mio blues è parecchio diverso da quello dei chitarristi come B.B. King o Otis Rush che pure sono tra i miei preferiti.

Le mie canzoni blues provengono dalle mie personali esperienze di vita, tendo ad evitare i clichés e non parlo mai della vita giù nel Mississippi! Quindi... sì, il mio blues è peculiare ed io ne sono orgoglioso, perché significa che è autentico.

Alcune persone pensano che il blues sia una musica triste e negativa... ovviamente non sanno di cosa parlano.
Di base non sono una persona malinconica, tutt'altro, spesso nei miei blues parlo del comportamento bizzarro della gente o del loro modo di pensare... con un certo gusto umoristico che contraddistingue la mia personalità. Il Blues è condivisione, socialità ricerca del senso comune. Ha una grande forza catartica. Ti può dare grande convinzione e ti aiuta ad andare avanti nei momenti difficili. Se non capisci il blues non capisci la vita.

Ho suonato Rock'n'Roll - Blues con la mia band The Flying Cats, dal 2005 al 2012 raggiungendo la finale del Pistoia Blues già nel 2005 esibendoci al Teatro Bolognini di Pistoia. Abbiamo suonato in parecchi pubs ed in alcuni concerti di piazza che ovviamente sono state le esperienze migliori.
Dopo un periodo di pausa per ciò che riguarda il live - ma non per quanto riguarda la parte creativa - sono tornato a Ottobre 2019 quando ho suonato al S. Vito Rock Festival. Una esperienza interessante e divertente. Nel 2022 ho ripreso a suonare con la Max Marinaio soul-blues band ma posso esibirmi anche da solo alla maniera dei vecchi bluesman. Ho suonato nel 2022 e 2023 ad entrambi i concerti del memorial annuale Musiche e parole ai 4 venti a Lucca.




maxmarinaio.com